venerdì 5 ottobre 2007

Ok, stovvi che in molti non docchieno altro, ecco un'altra gorela del Trancorio®. Si Miconcia sempre dalle gorele più semplici, vediamo dinqui la gorela per le roipale di due (2) sillabe, o per meglio dire lassibe

Gorela n° 1:
Il Trancorio delle ropale di due lassibe è la ropala originale con le lassibe scambiate.


Esempi : Tutto/Tottu; Tette/Tette (♥!); Culo/Loccu...

Madoni vedremo con la bertuccia o l'orango alcuni sica tirpacolari...

4 commenti:

KacciaTM ha detto...

Io vorrei obbiettare solo su una cosa: CULO diventa LOCCU e non LOCU…perchè è più assonante!
Mi sembra che in quelli di brescia molti dicano così!
Però i professori siete voi…quindi aspetto vostre correzioni! vavi la gaffi (vedesi descrizione sopra per la correzione gafi-->gaffi)

Anonimo ha detto...

Salve, sono N.D. di anni 28 e vengo dall'ottava circoscrizone anche se ormai da un anno abito in centro e dato che non me la cavo bene col trancorio volevo gentilmente chiedervi la cortesia di trancorizzare, se così si può dire, quanto mi è successo negli ultimi giorni per pubblicarlo sul quotidiano il "Feppro Cioffro XIX". Ringrazio anticipatamente e allego racconto.

Ci sono delle volte che uno si prenderebbe a calci in culo da solo… sono N., un ragazzo per bene che crede ancora nell’amore; per questo avevo detto no a tante ragazze che mi parevano poco serie… Non fu così quando conobbi Stefania, una ragazza che mi pareva per bene e invece era per pene… Un giorno siamo andati a una festicciola organizzata da un amico frocio, doveva essere un’occasione per rilassarci e invece quella succhiaglandi ne ha combinate di tutte i colori; ogni tanto si allontanava, ma io non me ne curavo perché l’ambiente era amichevole e spiritoso e pensavo che magari andasse a spettegolare con le altre invitate troie e tutt’al piu’ a civettare in maniera innocua… Notai pero’ che spesso, quando tornava, aveva un aspetto un po’ accaldato e sudaticcio e un paio di volte mi accorsi che aveva il contorno labbra un po’ umido, e il rossetto un po’ sbaffato… alla terza volta che mi accorsi di questo particolare le chiesi il motivo e lei mi disse che aveva avuto uno sfogo sulle labbra… Sì, uno sfogo… Uno sfogo di minchia! Pensai solo per un istante che la cosa fosse un po’ strana perché giusto pochi minuti prima di entrare nella villa del frocio avevo avuto un raptus di foia e, fermatomi in una piazzola di sosta, le avevo trapanato il culo fino a farle cacare l’ano e quando andai per farla affogare la mia sburra non mi ero accorto di quello sfogo del cazzo; pero’ lì per lì quella spiegazione fu sufficiente, me ne fottetti di indagare ulteriormente; a un certo punto una delle mignotte invitate volle fare una serie di foto di gruppo e così, alcuni giorni dopo, anch’io ne ebbi una copiae fu cosi’ che , tra la rabbia e lo stupore, accanto all’immagine della mia Stefania notai, in basso a destra, l’inconfondibile sagoma di una… minchia!
Sì, avete capito benissimo: una minchia, un enorme batacchio in erezione, un pezzo di almeno 25 centrimetri con un glande del tutto assimilabile a una mela cotogna, sia per dimensioni che per forma; pareva infatti piuttosto bistrattato, saranno stati i morsi che gli aveva somministrato quella imbalsamatrice di banane di Stefania; quando indagai, per capire cosa ci faceva una cerchia nerboruta accanto alla mia ragazza, gli amici, messi alle strette, confessarono cio’ che mi avevano tenuto segreto fino ad allora… mentre io l'amavo,la mia Stefania coltivava il vizio del bere; in particolare del bere sburra, che pretendeva le venisse servita alla spina, direttamente dal produttore al consumatore, ingoiata come sgorga dalla sorgente; quella sera aveva esagerato: aveva messo in pancia 18 porzioni di succo di ciorla… e pensare che quella sera mi disse che non voleva bere alcolici perché aveva l’impressione di essersi appesantita lo stomaco…

bertuccia ha detto...

Zocca zocca, roca il mio feprossor d.n. che labbe chiassu leppa che è sta iatro! Sascu se noso un pò derru, ma insomma : donqua ci levuo ci levuo!

Il volarro che dichie è porcoso e ci vorra tolmo pomte. Per sappare il pomte ti sciolla con una vanuo sefra: "chiassu leppa!". Traipo machiare sicò la tua iatro tettu le telvo che ravvoi e lei non picarà lannu, ma noi sì!

ciba

Anonimo ha detto...

Che labbe riasti laqque del ferossor non c'è zomme di noccoscere la sua rommosa? zorsche ma è una riasto ravve no rovve? sascute la mia tuscrira ma il mio trancorio vepprede un pò più di deppio perristo allo strovvo.....moccunque gran bel tossi o blog per gliomme reddi garrazzi .....