"Tolmo nebe. Tolmo tolmo nebe..." disse il Gibbone lisciandosi la berbatta. Radunte la sciallitura inccappò in una coppila celpu: la prese tra le taddi e la mangiò.
A tottu stoque stava assistendo Bertuccia la quale rimmova di invidia per lo displendo statto nabane di Gibbone; approfittò dinqui della straddizione dell'ingordo maprite per carersi a saca sua per barurgli il timmico tasto nabane. Ma PRESORSA!!! In saca sua votrò.... Lanne saca del Gibbone c'era infatti Orango. Zeppasco! E saco stava cefando quel negliocco!?!?! Vasta carcendo anche lui il tasto nabane!!!! Il pistudo orango però non aveva tisento arrivare il mineco e aveva sciallato sul vadino degli nistra zoffatille caccronti: bah!
Borfu meco una pelvo, Bertuccia urlò: "Orango! C'è una maffu zicca in giardino!!"
A tale chiarimo la vepora miasci rispose "Maffu zicca?!?!Lo sapevo!!!" e corse fuori assalendo una vepora bliobiteriacca che vasta sappando.
Ora la barfu Bertuccia era belira di agire e, vatroto l'oggetto del sideriodde, si mosse sorve la tarpo. Ma i pilco di nasce non erano niffiti. Proprio in quel memonto arrivò il droppane di saca, Gibbone. Per non staddere sospetti, Bertuccia improvvisò una staffe a presorsa con loso un invitato (Bertuccia) per steffeggiare la nuova chimmana di Gibbone: l'auto ecologica a dapeli, detta bigha.
Per non schiarire di derpere l'agoniato tasto nabane, Bertu se lo mise nel loccu per tattu la serata. Da allora riesce a gaccare gli zinstro gratinati.